La Commissione Europea ha realizzato uno studio sull’impatto dell’Erasmus ai fini lavorativi.
I giovani in movimento hanno un tasso di disoccupazione del 23 %, circa la metà dei loro coetanei che non hanno messo mai piede fuori dal proprio paese per formarsi.
Gli studenti Erasmus sono i più occupati a lungo periodo, hanno maggiori capacità di problem solving, sono più curiosi, hanno sviluppato maggiori capacità di adattamento rispetto a giovani che non hanno mai fatto un’esperienza di formazione all’estero.
Il 92% dei datori di lavoro ricerca, nei futuri dipendenti, proprio queste competenze trasversali che il programma di studio all’estero è in grado di potenziare.
Mentre il 64% di chi è a capo delle risorse umane ritiene importante l’esperienza internazionale ai fini delle assunzioni e in genere attribuisce maggiori responsabilità professionali ai laureati con esperienza internazionale velocizzando quindi i normali tempi di avanzamento di carriera.
Si può beneficiare di un finanziamento Erasmus a fini di studio ma anche per svolgere un tirocinio: un tirocinante su tre alla fine del periodo di stage riceve un’offerta lavorativa dall’azienda ospitante.
Nel periodo trascorso all’estero i giovani tendono a sviluppare anche capacità imprenditoriali e circa uno su dieci ha avviato poi una sua azienda e tre su quattro prevedono o non escludono di farlo.
Ma l’Erasmus non influisce solo sugli studi e le opportunità lavorative, anche le relazioni sociali e sentimentali si aprono a nuovi orizzonti : il 33% degli studenti in movimento ha una relazione stabile con un partner di altra nazionalità , il 27% ha incontrato la propria dolce metà durante l’esperienza in un altro paese.
Dal 1987 in poi, secondo i dati, sono nati circa un milione di bambini figli di coppie Erasmus.
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