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UN MERCATO STRAORDINARIO PER L’ITALIA. Ecco i numeri dei prodotti certificati DOP-IGP-STG

Rino Scoppio
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L’analisi del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita attesta la solidità e la forza di un sistema capace di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano.
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In questa fase di difficoltà legata all’emergenza Covid-19, può puntare sugli aspetti che si confermano pilastri strategici per le Indicazioni Geografiche e per il settore agroalimentare italiano.
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I dati economici della #DopEconomy, relativi al 2019, delineano infatti un settore di primaria importanza e in crescita:
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16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno)
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un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano
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un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.
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Per scaricare il report di ISMEA, clicca QUI
CRESCE SENZA SOSTA IL SUCCESSO DEI PRODOTTI BIOLOGICI ALL’INTERNO DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA. Scarica il nuovo rapporto pubblicato da Biobank
Rino Scoppio
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BioBank ha pubblicato l’annuale report sulla presenza dei prodotti biologici nei diversi canali distributivi.
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Ecco l’indice degli argomenti.
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Nonostante la crisi provocata dalla pandemia, le vendite del prodotto biologico nei primi mesi del 2020 sono cresciute dell’11%.
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Negli ultimi 10 anni la quota di mercato detenuta dalla GDO è cresciuta dal 27% al 47%.
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I negozi specializzati invece sono diminuiti dal 45% al 21%.
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Il settore del biologico ha una crescita costante su tutti i canali.
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Ecco i numeri del mercato interno e delle vendite all’estero.
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I SOCIAL NETWORK PIU’ DIFFUSI AL MONDO. Scarica gli ultimi dati pubblicati da WE ARE SOCIAL e Hootsuite
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Rino Scoppio
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We Are Social e Hootsuite hanno pubblicato gli ultimi dati sulla diffusione di internet nel mondo.
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Vediamo insieme le informazioni più interessanti dal report DIGITAL 2020.
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Su poco più di 7 miliardi di abitanti nel mondo, internet ha raggiunto una diffusione del 59%, pari a 4,57 miliardi di utenti.
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Gli attivi sui Social Media sono 3,96 miliardi con una penetrazione del 51% sulla popolazione mondiale.
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Trascorriamo sempre più tempo su internet; mediamente 6 ore e 42 minuti.
Sul fronte social il tempo medio di permanenza è di 2 ore e 22 minuti.
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Ecco la classifica dei siti web più visitati al mondo.
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Google consolida il suo predominio.
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E infine, la classifica dei Social Media più utilizzati nel mondo.
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Facebook raggiunge i 2,6 miliardi di utenti attivi mensili.
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Colpisce la crescita impetuosa di Tik Tok, giunta oramai alle spalle di Instagram.
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Per scaricare il report completo di We Are Social e Hootsuite, clicca QUI
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I CONSUMI DEGLI ITALIANI NELL’ERA DEL COVID. Scarica il nuovo report pubblicato da Coop Italia
Rino Scoppio
Coop Italia ha pubblicato l’edizione 2020 del Rapporto sui Consumi degli italiani.
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La pandemia Covid 19 ha modificato in maniera rilevante i nostri comportamenti di acquisto.
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Il virus ha invaso e alterato le nostre vite generando un contraccolpo economico violentissimo e delineando al tempo stesso una traiettoria incerta e sospesa di futuro.
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Solo nel 2023 (per i più pessimisti nel 2025) il nostro Paese ritornerà ai livelli precedenti la pandemia, peraltro a loro volta lontani dagli standard antecedenti l’ultima grande recessione.
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E se molti contano sul vaccino come spartiacque per la ripresa tanto da attribuirgli una sorta di valenza salvifica, fanno riflettere quegli 8 milioni di italiani che dichiarano di non volersi vaccinare e comunque di voler attenderne gli esiti.
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Gli italiani si rivelano essere ancora oggi i più pessimisti d’Europa.
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Il 38% pensa di dover far fronte nel 2021 a seri problemi economici e tra questi il 60% teme di dover intaccare i propri risparmi o di essere costretto a chiedere un aiuto economico a Governo, amici/parenti e banche.
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A farne le spese sono soprattutto le classi più fragili, i giovani, le donne.
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Cina e Russia diventeranno le nuove superpotenze mondiali.
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E’ l’Italia dello smartworking (+770% rispetto a un anno fa),
della spesa on line (+132%),
della digitalizzazione a tappe forzate non solo nella sfera privata ma finalmente anche nelle attività professionali (lavoro appunto ma anche didattica, servizi, sanità).
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Ma è anche un paese che si richiude nella comfort zone della propria casa.
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Il risultato finale è la sensazione di vivere sospesi in una bolla digitale che crea cluster chiusi e autoreferenziali, la bolla della vita affettiva che si autodelimita (pur generando soddisfazione), gli spostamenti che diventano di corto raggio e la comfort zone della casa che rassicura.
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Tra le mura domestiche piuttosto che altrove:
ci si nutre (41% prevede di ridurre la spesa prevista nel prossimo anno alla voce ristoranti),
ci si diverte (44% la quota di chi nel 2021 ridurrà la spesa per intrattenimenti vari fuori casa),
si incontrano amici e familiari (o a casa propria o a casa loro).
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E se dovessero mancare affetti ci si adopera per riempire il vuoto: 3,5 milioni di italiani durante il lockdown o subito dopo hanno acquistato un animale da compagnia e 4.3 milioni pensano di farlo prossimamente.
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Da ultimo, l’elemento forse più insidioso è il restare prigionieri di bolle sociali e informative chiuse ed autoreferenziali, terreno fertile per l’informazione di parte e la proliferazione delle fake news.
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Possiamo rinascere comunque grazie ai nostri storici punti di forza.
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Nel 2021 rischiamo però di perdere 30.000 nascite scendendo così sotto la soglia psicologica dei 400.000 nati in un anno e anticipando di quasi un decennio il ritmo della denatalità.
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A rinunciare all’idea pianificata di avere un figlio a causa dell’emergenza sanitaria è il 36% dei nostri giovani (18/34 anni) a fronte ad esempio di un 17% dei francesi e addirittura di un 14% dei tedeschi.
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Non è la sola rinuncia importante: matrimoni, trasferimenti, acquisti di case e aperture di nuove attività figurano tra i progetti rinviati o cancellati e queste scelte di vita mancate hanno coinvolto in totale l’84% di italiani.
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Le disuguaglianze economiche viaggiano poi di pari passo con i disagi psichici e sociali a svantaggio delle fasce deboli.
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I ragazzi iperconnessi per i quali è maggiore il rischio hikikomori salgono nei primi sei mesi dell’anno di un +250% fino a toccare quota 1 milione, +119% le chiamate al numero antiviolenza di genere da marzo a giugno.
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La casa come salvagente a cui tenersi stretti fa il paio con un’altra costante che distingue ancora nel postcovid gli italiani dai cugini europei: il cibo.
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Alla spesa alimentare, pur nell’emergenza e in una evidente contrazione generalizzata degli acquisti, gli italiani non rinunciano.
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Guardando dentro al carrello si nota una straordinaria inversione di tendenza rispetto alla fotografia scattata appena un anno fa dal Rapporto Coop2019.
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Allora era fuga dai fornelli, un fenomeno che in realtà continuava in progressione costante tanto da dimezzare in 20 anni il tempo passato a cucinare ogni giorno ridotto allora a appena 37 minuti.
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Complice il lockdown invece gli italiani hanno rimesso le mani in pasta e anche nel postcovid il cook@home è una costante che spiega la forte crescita nelle vendite degli ingredienti base (+28.5% in GDO su base annua) a fronte della contrazione dei piatti pronti (-2,2%).
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Supportati o meno da aiuti tecnologici (la vendita dei robot da cucina ha fatto registrare a giugno +111% rispetto all’anno prima), il 30% dedicherà ancora più tempo alla preparazione del cibo e il 33% sperimenterà di più.
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1 su 3 lo farà per “mangiare cose salutari”, ma c’è anche un 16% che lo ritiene un modo per mettersi al riparo da possibili occasioni di contagio.
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La preparazione domestica dei cibi è probabilmente anche la nuova strategia degli italiani per non rinunciare alla qualità e contemporaneamente alleggerire il proprio budget familiare.
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Guardando i carrelli sempre nell’estate riacquista forza il gourmet (+16.9%), l’etnico (+15,4%) e il vegan (+6,9%).
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Dopo il boom del lockdown non accenna a diminuire nemmeno la corsa all’efood.
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A fianco dell’ecommerce puro però gli italiani sembrano voler scegliere soluzioni miste; il click&collect ad esempio passa dal 7.2% delle vendite on line del 2019 al 15,6% nella fase successiva alla pandemia.
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E c’è anche chi (è il 42%) ritiene comunque importante il consiglio del negoziante/addetto al banco a riprova che la parola chiave sembra essere sempre più la multicanalità.
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A costituire un deterrente è il caro prezzo dell’online: +25% rispetto al carrello fisico (marzo-giugno 2020) tale da far sì che la spesa digitale sia un’abitudine diffusa tra le famiglie con redditi medio alti.
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E tra le costanti che il Covid non ha spazzato via riemerge con forza l’attenzione prestata dagli italiani ai temi della sostenibilità.
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Il 27% degli abitanti del Bel Paese acquista prodotti sostenibili/ecofriendly di più rispetto a prima del Covid.
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Per scaricare il report di Coop Italia, clicca QUI
TUTTI I NUMERI DEL TRASPORTO AEREO IN ITALIA. Scarica il nuovo rapporto pubblicato dall’Enac
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Rino Scoppio
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L’Enac ha pubblicato i dati sul trasporto aereo in Italia nel 2019.
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Naturalmente nel 2020 i numeri saranno ben diversi a causa dell’emergenza Coronavirus.
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La classifica delle compagne aeree vede al 1° posto l’irlandese Ryanair.
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Alitalia è molto staccata ma soprattutto continua a perdere quote di mercato.
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Gli aeroporti con il maggior traffico vedono ai primi 2 posti Roma Fiumicino e Milano Malpensa.
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Sulle destinazioni internazionali, il maggior traffico in entrata e in uscita si ha con Spagna,Regno Unito e Germania.
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Per scaricare il rapporto Enac integrale, clicca QUI
IN ITALIA QUANTI SONO I DIPLOMATI E I LAUREATI? Scarica i nuovi dati pubblicati dall’Istat
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Rino Scoppio
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Secondo l’ultimo rapporto Istat, in Italia la quota di popolazione con titolo di studio universitario continua a essere molto bassa: il 19,6% contro il 33,2% dell’Ue.
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Nel Mezzogiorno rimangono decisamente inferiori sia i livelli di istruzione sia i tassi di occupazione.
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Per scaricare il report dell’Istat, clicca QUI
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LE NUOVE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI. Scarica il nuovo report pubblicato da GS1
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Rino Scoppio
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GS1 è l’organizzazione delle imprese di Largo Consumo in Italia.
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Gestisce fra le altre cose il rilascio del codice a barre.
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Ha pubblicato in questi giorno il nuovo rapporto sulle abitudini alimentari degli italiani dal titolo:
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“Osservatorio Immagino di GS1 Italy“
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Ecco alcuni dei risultati più interessanti .
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Gli alimenti che comunicano l’assenza di alcune componenti nutrizionali sono 13.153, ossia il 18,3% sull’assortimento nei supermercati e ipermercati,con un giro di affari che sfiora i 7 miliardi di euro.
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L’analisi mette a confronto le performance di aziende food che abbiano focalizzato l’attenzione sulla privazione.
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Emerge che tra gli slogan che hanno incrementato maggiormente le vendite ci sono:
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“senza antibiotici” (+62%),
“senza zuccheri aggiunti” (+9,1%)
“senza glutammato” (+4,9%),
“senza lievito” (+1,9%)
“non fritto” (+6,1%)
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Fra le caratteristiche nutrizionali più richieste troviamo le Fibre, le Vitamine, l’Integrale.
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Sempre più richiesti i prodotti arricchiti con particolari componenti nutrizionali.
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Ecco i CLAIM più utilizzati dalle aziende nella presentazione dei prodotti.
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Anche nel settore dalla cura della persona assistiamo a nuove tendenze nelle preferenze dei consumatori.
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Per scaricare il report integrale, clicca QUI
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SEI PRONTO PER VENDERE I TUOI PRODOTTI SU INSTAGRAM SHOPPING? Ecco i nuovi requisiti estesi a tutti gli utenti

Rino Scoppio
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In Italia da alcuni mesi è già possibile creare delle schede prodotto utilizzando lo strumento di Instagram Shopping.
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Qui la pagina ufficiale di Instagram Shopping.
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2 giorni fa è arrivato un’importante annuncio pubblicato sul blog ufficiale di Instagram.
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Dal 9 luglio chiunque potrà candidarsi per vendere prodotti fisici (per il momento) via Instagram.
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Le funzionalità di shopping saranno estese a gruppi molto più ampi di utenti
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Viene lanciata la sfida ad Amazon e Google.
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Tutti gli utenti potranno vedere i loro prodotti seguendo poche semplicissime regole:
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Per il momento si possono vendere solo prodotti fisici e non servizi professionali
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La scheda del prodotto dovrà essere collegata con un sito web proprietario e non con marketplace tipo Amazon o Ebay
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Non si possono vendere animali, droga, medicinali, armi etc.
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L’account Instagram con il quale si intende vendere il prodotto deve essere convertito in modalità BUSINESS. QUI la procedura
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L’account Instagram va accoppiato ad una pagina Facebook sulla quale caricheremo materialmente il nostro catalogo utilizzando il cruscotto di Business manager.
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Qui la procedura
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Vanno rispettati tutti i requisiti previsti per il rispetto dei diritti dei consumatori sul fronte resi, pagamenti, garanzie.
Qui il dettaglio dei requisiti
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E’ una grande opportunità per le piccole imprese che potranno vendere ovunque i loro prodotti utilizzando la vetrina di Instagram (e di Facebook)
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Qui l’annuncio ufficiale dal blog di Instagram
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IL SETTORE TRAINANTE DELLA NOSTRA INDUSTRIA AGROALIMENTARE. Scarica il report pubblicato da Mediobanca

Rino Scoppio
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Mediobanca ha publicato una interessante ricerca sulla nostra industria vitivinicola.
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Sono stati indagati i bilanci delle principali aziende con fatturato superiore ai 20 milioni euro.
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Ecco la loro localizzazione.
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Questa è la classifica delle aziende leader.
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Al primo posto le Cantine Riunite & CIV.
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Per scaricare il report dell’Istat, clicca QUI
TUTTI I NUMERI DELLA GDO IN ITALIA, IN EUROPA, NEL MONDO. Scarica il report pubblicato da Mediobanca

Rino Scoppio
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Il Centro Studi di MedioBanca ha pubblicato la più completa ricerca sulla Grande Distribuzione Organizzata in Italia, in Europa e nel mondo.
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Ecco i principali indicatori.
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In Italia, gli ipermercati sono in stagnazione; i piccoli negozi in costante declino.
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L’unico formato in crescita è quello dei discount.
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Coop Italia è stato per molti anni il gruppo leader di mercato.
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Pochi mesi fa Conad lo ha superato dopo aver acquisito la divisione food di Auchan.
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Md Discount ed Eurospin sono i campioni della reddittività sul capitale investito (ROE).
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Per quanto concerne il rendimento sugli investimenti (ROI), Eurospin è il leader assoluto nel mondo con il 23,9%
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Esselunga è diventata la società con il più alto fatturato al metro quadrato nel mondo.
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Esselunga è al primo posto in Italia sul fronte degli utili netti accumulati negli ultimi 4 anni (1,32 miliardi di euro).
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In Italia le marche del distributore (private label) crescono nelle preferenze del consumatore.
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Oramai rappresentano il 20,01 % delle vendite nella Gdo (canale supermercati).
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In Europa le private label mostrano una presenza molto più significativa.
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In Spagna raggiungono il 51% di quota di mercato; l’Italia mostra enormi spazi di crescita.
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Wal Mart rimane di gran lunga la società leader per fatturato nel mondo (445 miliardi di euro)
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Per scaricare il report completo di Mediobanca, clicca QUI
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