13 luglio 2022 13:24 / Lascia un commento

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Rino Scoppio
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Il Censis ha pubblicato il rapporto annuale sulle università italiane pubbliche e private.
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La 1^ posizione tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) è occupata anche quest’anno dall’Università di Bologna, con un punteggio complessivo di 89,8.
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Seguono l’Università di Padova e La Sapienza di Roma.
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L’Università di Pavia detiene la posizione di vertice tra i grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti).
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La classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti) è guidata dall’Università di Siena.
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Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) continua a occupare la prima posizione l’Università di Camerino.
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La classifica dei Politecnici è guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano.
A seguire: Politecnico di Torino, Iuav di Venezia, Politecnico di Bari
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Per scaricare le classifiche complete pubblicate dal Censis, clicca QUI
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24 luglio 2020 13:20 / Lascia un commento

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Rino Scoppio
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Secondo l’ultimo rapporto Istat, in Italia la quota di popolazione con titolo di studio universitario continua a essere molto bassa: il 19,6% contro il 33,2% dell’Ue.
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Nel Mezzogiorno rimangono decisamente inferiori sia i livelli di istruzione sia i tassi di occupazione.
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Per scaricare il report dell’Istat, clicca QUI
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16 luglio 2018 18:35 / Lascia un commento

L’Istat ha pubblicato un interessante report sui NEET in Italia.
Scarica qui il report
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16 luglio 2018 18:07 / Lascia un commento
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Rino Scoppio
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L’Anvur ha pubblicato la nuova edizione 2018 del “RAPPORTO SULLO STATO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA”.
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I numeri purtroppo non sono confortanti.
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Siamo al penultimo posto nell’U.E. come numero di laureati; ci precede solo la Romania.
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Molto bassa anche la spesa annuale per studente.
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I finanziamenti del MIUR continuano a calare negli ultimi anni; il trend sembra inarrestabile.
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Non c’è stato turnover nella platea dei dipendenti universitari; è il comparto della Pubblica Amministrazione che ha sofferto di più.
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Questo ha comportato un evidente innalzamento dell’età media con scarso innesto di giovani leve.
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Unica nota positiva:
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negli ultimi anni ha ripreso a crescere il numero degli immatricolati.
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Ha superato quota 290.000.
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E infine, la domanda che abbiamo posto nel titolo di questo articolo:
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“Con la laurea si trova lavoro?”
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I numeri dimostrano in maniera inconfutabile che si hanno maggiori opportunità di trovare lavoro.
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La differenza con i diplomati però non è molto alta.
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Questo probabilmente spinge molti giovani a cercare una via più agevole per trovare il primo stipendio.
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Per scaricare il report dell’Istat, clicca QUI
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20 dicembre 2017 13:39 / Lascia un commento

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Rino Scoppio
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AlmaDiploma ha pubblicato la 15^ edizione del Rapporto sul profilo dei diplomati italiani.
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I risultati ci danno molte indicazioni sui luoghi comuni relativi alla scuola italiana.
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Mediamente i nostri ragazzi sono soddisfatti del rapporto che hanno instaurato con i loro docenti.
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Meno lusinghiero il giudizio sulle infrastrutture.
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Molti ragazzi cambierebbero il percorso di studi scelto.
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Le ore di studio settimanali sono mediamente più alte nei licei.
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Colpisce il dato generale sulle ore di studio delle ragazze rispetto ai loro colleghi.
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Gli istituti professionali sono i protagonisti nei progetti di alternanza Scuola-Lavoro.
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Contrariamente a quello che si può pensare dalle notizie di cronaca quotidiana, i ragazzi guardano con interesse ai progetti di alternanza.
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Va migliorato sicuramente l’aspetto organizzativo.
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Per scaricare il report di AlmaLaurea, clicca QUI
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13 settembre 2017 17:58 / Lascia un commento

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Rino Scoppio
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Il MIUR ha pubblicato le ultime statistiche sulla scuola italiana.
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Le sedi scolastiche statali in Italia sono 41.060
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Gli alunni che nell’anno scolastico 2017/2018 frequenteranno le scuole statali sono 7.757.849, per un totale di 370.697 classi.
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Relativamente alla scuola secondaria di II grado, ecco la distribuzione degli studenti per percorso di studi.
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La ripartizione fra Licei, Tecnici e Professionali.
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Per scaricare il rapporto del MIUR, clicca QUI
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Nella Tab.6 con maggiore dettaglio è presentata la distribuzione degli studenti per indirizzo di studio ed anno di corso
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8 Maggio 2017 17:23 / Lascia un commento

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Rino Scoppio
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JobPricing ha pubblicato l’University Report 2017.
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E’ un’indagine sui livelli di retribuzione dei diplomati e laureati italiani.
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Il titolo di studio (sul lungo periodo) offre sicuramente buone possibilità di stipendi e carriera.
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Un dilemma per molte famiglie: meglio l’università pubblica o privata?
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I numeri sono abbastanza eloquenti.
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La Bocconi mostra le migliori performance in tal senso.
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Per scaricare il report completo di Jobpricing, clicca QUI
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27 aprile 2017 13:29 / Lascia un commento

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Rino Scoppio
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Eurostat ha pubblicato un interessante studio sui laureati all’interno dell’U.E.
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Nel 2016, la percentuale di laureati tra le persone tra i 30 e i 34 anni è cresciuta in tutti i paesi membri dell’Ue rispetto al 2002 ma l’Italia è tra gli Stati con la percentuale più bassa (26,2%).
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Una quota inferiore a quella dei laureati italiani si registra solo in Romania (25,6%).
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Per quanto riguarda la distinzione tra maschi e femmine, la maggioranza dei laureati è donna in tutte la nazioni dell’Unione, fatta eccezione per la Germania.
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L’Italia da questo punto di vista è in linea con tutti gli altri Stati: il 32,5% dei laureati è donna contro il 19,9% di uomini.
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Lo studio di Eurostat prende in considerazione anche i tassi di abbandono scolastico (early school leavers).
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L’Italia è la quinta peggiore dietro solo, oltre a Malta e Spagna, a Portogallo e Romania.
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Per scaricare lo studio Eurostat, clicca QUI
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5 marzo 2017 13:07 / Lascia un commento
|Autore: Giorgio Caracciolo|
Il 13 marzo si aprirà lo sportello per la presentazione delle Domande di agevolazione previste da INNOLABS, il nuovo strumento della Regione Puglia a sostegno di Progetti pilota per la sperimentazione di soluzioni innovative di specifiche problematiche di carattere sociale. La metodologia di approccio prevede la partecipazione di 4 gruppi di Attori: la Pubblica Amministrazione, le Imprese, il sistema della Ricerca ed i Cittadini o loro Associazioni in qualità di co-sviluppatori di innovazione. Una quadrupla elica di soggetti in grado di dialogare tra loro per la sperimentazione di nuovi prodotti o nuovi servizi.

I progetti pilota, di importo pari almeno a € 150.000,00 e durata massima di 18 mesi, devono essere riferiti ad un dominio tematico (Ambiente, Sicurezza e Tutela Territoriale; Cultura e Turismo; Energia Rinnovabile e Competitiva; Governo elettronico per la PA; Salute, Benessere e Dinamiche Socio-Culturali; Istruzione ed Educazione; Economia Creativa e Digitale; Trasporti e Mobilità Sostenibile) e collegati ad una Tipologia di aggregazione: 1) Smart City & Community; 2) Knowledge Community; 3) Business Community.
Le agevolazioni consistono in un Contributo in conto impianti fino ad un importo massimo di € 150.000,00 per singola impresa.
Per maggiori informazioni scarica la scheda innolabs
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19 settembre 2016 14:26 / Lascia un commento

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|Autore: Rino Scoppio|
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L’OCSE ha pubblicato l’edizione 2016 del rapporto «Education at glance».
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Il documento analizza i sistemi educativi di 35 paesi nel mondo.
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Si tratta di dati del 2014 e, dunque, per quel che riguarda il livello di spesa, i numeri non considerano gli investimenti messi in campo con la «Buona scuola».
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Secondo i dati, tra il 2008 e il 2013 l’Italia ha tagliato la spesa pubblica per le istituzioni scolastiche del 14%.
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Nel 2013 il nostro Paese ha stanziato solo il 7% della spesa pubblica complessiva per l’insieme dei cicli d’istruzione – contro l’11% della media Ocse.
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La spesa annua dell’Italia per l’istruzione dalla scuola primaria all’istruzione universitaria nel 2013 è stata in media di 9.238 dollari per studente, inferiore di oltre 1.200 dollari alla media Ocse.
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In ogni caso, spiega il rapporto, la gran parte della spesa per l’istruzione in Italia resta finanziata da fonti pubbliche (il 96%, 5 punti più della media Ocse).
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Il corpo insegnante italiano è il più anziano rispetto a quello di tutti i Paesi Ocse e registra una delle quote più basse di docenti di sesso maschile.
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Sei/sette prof su dieci sono ultracinquantenni (58% nella scuola primaria, 59% nelle medie e 69% nelle superiori).
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Otto su dieci sono di sesso femminile.
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Nel rapporto Ocse si dà tuttavia atto al governo italiano di aver varato un piano di assunzioni che potrebbe “ringiovanire” il corpo insegnante del Paese.
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Lo squilibrio di genere è molto meno spiccato a livello dirigenziale.
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Sul fronte delle retribuzioni, l’Ocse indica poi che dal 2010 al 2014 i salari degli insegnanti sono diminuiti del 7% in termini reali sia nella scuola primaria che in quella secondaria.
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Nel 2014 un insegnante italiano poteva contare su un salario di 32.995 dollari.
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I prof più “ricchi” sono quelli del Lussemburgo con 108mila dollari, ma ben sopra la media risultano anche i quasi 64mila dollari dei tedeschi.
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Il tasso di ingresso dei giovani italiani nei corsi di laurea triennale, dice il rapporto, non supera il 37%, contro una media Ocse del 59 per cento.
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Sugli studi universitari pesa anche il nodo del diritto allo studio, che secondo l’Ocse è lungi dal garantire l’equità.
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Infatti circa l’80% degli iscritti a corsi di primo e secondo livello non riceve alcun aiuto finanziario per le tasse d’iscrizione.
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I dati Ocse dicono che in Italia oltre un terzo dei giovani tra i 20 e i 24 anni di età non lavora e non studia e tra il 2005 e il 2015 la loro percentuale è aumentata di 10 punti, molto più che negli altri paesi.
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Unica nota positiva sul fronte dell’occupazione è quella di chi ha frequentato un istituto tecnico o professionale.
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In Italia i giovani con questo titolo di studio vantano un tasso di disoccupazione inferiore rispetto agli altri paesi.
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Per scaricare il rapporto completo dell’OCSE, clicca QUI
Per scaricare il capitolo del rapporto dedicato all’Italia, clicca QUI
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