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PON INIZIATIVA PMI (SME initiative)

|Autore: Giorgio Caracciolo|

Con Iniziativa PMI in arrivo 1,2 miliardi di nuove risorse per Sud Italia, Sicilia e Sardegna.

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L’Italia è il primo tra gli Stati Membri dell’Unione europea a concretizzare il nuovo programma di accesso al credito denominato SME Initiative, previsto dalla programmazione Ue 2014-2020 utilizzando lo strumento della cartolarizzazione di crediti esistenti che consente a banche e altri intermediari finanziari di liberare risorse per la concessione di nuovi prestiti alle piccole e medie imprese, incluso le micro.

Nei prossimi giorni il FEI pubblicherà un invito a manifestare interesse finalizzato a selezionare gli intermediari finanziari ammissibili (banche, istituti di garanzia, società di leasing).

GLI ITALIANI DOVE INVESTONO I LORO SOLDI ? Scarica il nuovo report pubblicato dalla Consob

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|Autore: Rino Scoppio|

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La Consob ha pubblicato in questi giorni un nuovo report:
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“LE SCELTE DI INVESTIMENTO DELLE FAMIGLIE ITALIANE”.

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Il documento conferma il basso livello di conoscenze finanziarie delle famiglie italiane.

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Solo poco più del 40% degli intervistati è in grado di definire correttamente alcune nozioni di base, quali inflazione e rapporto fra rischio e rendimento.

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Concetti più sofisticati riguardanti le caratteristiche dei prodotti più diffusi registrano percentuali anche inferiori.

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Il livello di conoscenze finanziarie, omogeneo tra generi, è più elevato per i soggetti più istruiti e i residenti in Italia settentrionale.

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Più del 20% degli intervistati dichiara di non avere familiarità con alcuno strumento finanziario.

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Il restante 80% indica più frequentemente i titoli del debito pubblico e le obbligazioni bancarie, seguiti da azioni quotate e fondi azionari.

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Per scaricare il report integrale della Consob (in italiano), clicca QUI

 

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PER LA PRIMA VOLTA IN 90 ANNI, CALA LA POPOLAZIONE RESIDENTE IN ITALIA. Scarica l’ultimo Bilancio Demografico pubblicato dall’ISTAT

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Al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera.

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Nel corso del 2015 il numero dei residenti ha registrato una diminuzione consistente per la prima volta negli ultimi novanta anni: il saldo complessivo è negativo per 130.061 unità.

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Il calo riguarda esclusivamente la popolazione di cittadinanza italiana – 141.777 residenti in meno – mentre la popolazione straniera aumenta di 11.716 unità.

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Il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare un saldo (nati meno morti) negativo per quasi 162 mila unità.

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nati e morti in italia

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Continua la diminuzione delle nascite in atto dal 2008.

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Nel 2015 in Italia abbiamo avuto 485.780  nascite e 647.571 decessi. 

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Gli stranieri non riescono più a compensare la scarsa natalità dei cittadini italiani.

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Di conseguenza l’indice di vecchiaia continua a crescere.

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La cittadinanza straniera  maggiormente rappresentata in Italia è quella rumena (22,9%) seguita da quella albanese (9,3%).

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popolazione straniera

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Per scaricare il documento dell’Istat, clicca QUI

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LO SCENARIO DELLE PMI IN ITALIA. Scarica il nuovo rapporto pubblicato da Cerved

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Il Rapporto Cerved PMI 2015 è dedicato all’analisi delle piccole e medie imprese italiane (PMI), individuate in base alla classificazione della Commissione Europea:

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In particolare, si analizza il complesso di società di capitale non finanziarie che soddisfano i requisiti di dipendenti, fatturato e attivo definiti dalla Commissione.

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In base agli ultimi bilanci disponibili, soddisfano i requisiti di PMI 137.046 società, tra le quali 113.387 aziende rientrano nella definizione di ‘piccola impresa’ e 23.659 in quella di ‘media impresa’.

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Queste società, che rappresentano più di un quinto (il 22%) delle imprese che hanno depositato un bilancio valido, hanno occupato 3,9 milioni di addetti, di cui oltre la metà lavorano in aziende piccole.

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Le PMI realizzano un volume d’affari pari a 838 miliardi di euro, un valore aggiunto di 189 miliardi di euro (pari al 12% del Pil) e hanno contratto debiti finanziari per 255 miliardi di euro.

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Per scaricare il report Cerved, clicca QUI

LA CLASSIFICA DELLE RETRIBUZIONI IN ITALIA. Guarda la provincia dove si guadagna di più

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Jobpricing ha pubblicato il Geography Index 2015.

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E’ la classifica della retribuzione media rilevata nelle 110 province italiane.

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Il Geography Index ha l’obiettivo di far luce sulle retribuzioni relative all’intero territorio italiano, individuando un valore di riferimento per ogni provincia.

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Con tale classifica si vuole tentare di fornire indicazioni su quali sono i territori dove un lavoratore può cogliere opportunità di crescita retributiva.

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Il Report contiene la graduatoria retributiva delle 20 regioni italiane e la graduatoria delle 110 province.

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La regione con i redditi più alti è la Lombardia.

classifica per regioni

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Ecco le 20 province con le retribuzioni più alte.

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Milano conferma la sua leadership

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prime 20

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Ecco le 20 province dove si guadagna di meno.

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ultime 20

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Per scaricare il report completo di Jobpricing, clicca QUI

LE AZIENDE FAMILIARI PRODUCONO REDDITO E POSTI DI LAVORO.Leggi la ricerca

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E’ stata pubblicata la settima edizione dell’Osservatorio AUB sulle aziende familiari italiane.

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L’Osservatorio è realizzato da BocconiAIdAFUnicredit Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Borsa Italiana ed Allianz.

realizzato da

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Le aziende familiari vincono il confronto con le non familiari in termini di crescita, redditività e creazione di posti di lavoro.

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Le aziende familiari rappresentano l’ossatura della nostra economia.

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Sono il fiore all’occhiello del nostro Made in Italy.

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I dati della settima edizione sono rappresentativi dell’universo dell’impresa italiana.

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L’Osservatorio monitora tutte le 15.722 aziende con fatturato superiore a 20 milioni di euro, responsabili del 66,5% del valore aggiunto delle imprese italiane attive in industria e servizi e del 33,1% della loro occupazione.

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Le imprese familiari sono molto più longeve rispetto alle altre.

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longevità azinde familiari

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Nel periodo 2010-2014 le imprese familiari hanno aumentato il numero di dipendenti del 5,3% medio l’anno, contro l’1,2% delle non familiari.

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crescita occupazione

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Il trend di crescita del fatturato è allineato a quelle non familiari per quanto riguarda le piccole imprese (20-50 milioni di fatturato), ma sostanzialmente maggiore per quelle medio grandi (più di 50 milioni).

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Fatto 100 il fatturato del 2007, quello del 2014 è stato 126,4 per le non familiari e 133,6 per le familiari.

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In termini di redditività, invece, i risultati migliori delle imprese familiari riguardano tutte le dimensioni:

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il Roi è del 7,8% contro 6,8% per le medio-grandi e dell’8,6% contro 7,4% per le piccole.

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Più preoccupante il fatto che l’età dei leader delle aziende familiari italiane  sia molto elevata.

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Con l’età del leader peggiorano le performance aziendali.

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Il 22,6% dei leader ha più di 70 anni.

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Per scaricare il report, clicca QUI

UNA NUOVA INDAGINE SULLA FORZA DELLE PMI ITALIANE. Scarica l’indagine pubblicata dal Ministero dello Sviluppo Economico

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Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato i risultati di una indagine svolta presso 1.000 piccole e medie imprese eccellenti.

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In Italia i provvedimenti a sostegno dello sviluppo economico delle PMI italiane si concentrano su tre leve fondamentali:

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– innovazione,

– modernizzazione della finanza d’azienda

– rafforzamento della proiezione internazionale.

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L’analisi dimostra che i segnali di recupero di gran parte delle PMI eccellenti si concentrano in particolar modo nell’impegno sul fronte degli investimenti, prevalentemente di carattere innovativo.

Più in particolare: è pari a poco più dell’80% la quota di imprese che ha indicato di avere realizzato investimenti nel 2014 e di avere intenzione di realizzarli entro la fine dell’anno in corso.

Inoltre, il 96,7% e il 95,4% del campione indicano, rispettivamente per il 2014 e per il 2015, di avere sostenuto o di volere sostenere investimenti innovativi (di prodotto, di processo e di carattere organizzativo).

Per scaricare l’indagine, clicca QUI

COME CAMBIANO I CONSUMI DEGLI ITALIANI. Leggi l’indagine pubblicata oggi dalla Confcommercio.

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La Confcommercio ha pubblicato un interessante studio sulle abitudini di consumo degli italiani.

Ecco i principali indicatori.

Più servizi, meno beni.

Stanno cambiando così, senza sosta dal 1995, i consumi degli italiani con un quota di spese delle famiglie per servizi che in 20 anni è cresciuta dal 43,6% al 52,6%.

E in questo quadro si registra un vero e proprio “boom” delle telecomunicazioni (+193%) mentre crolla l’arredamento (-28%) e i pasti in casa (-14%).

In calo anche l’abbigliamento (-8%) e i mezzi di trasporto (-18,2%).

In crescita, oltre al settore comunicazioni, anche la spesa per tempo libero e vacanze.

Consumi procapite
Dall’analisi delle dinamiche di spesa della Confcommercio, scomponendo tra beni e servizi, emerge una “sempre più marcata terziarizzazione dei consumi, ovvero un sensibile aumento della domanda di servizi cresciuti in termini reali di oltre il 21% negli ultimi 20 anni.

Per scaricare l’indagine di Confcommercio, clicca QUI.

IL 62% DEI MERIDIONALI GUADAGNA MENO DI 12MILA EURO ANNUI. Leggi i numeri catastrofici del Rapporto 2015 Svimez

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Svimez ha pubblicato il Rapporto 2015 sull’Economia del Mezzogiorno.

Gli indicatori sono tutti negativi.

Il Pil è negativo per il settimo anno consecutivo, con una crescita che dal 2001 al 2013 è stata meno della metà di quella della Grecia.

Divario record al 53,7% del Pil pro capite rispetto al resto del Paese.

Settimo anno di recessione

Investimenti che continuano a cadere.

Industria al tracollo, con un valore aggiunto precipitato del 38,7% dal 2008 al 2014.

Donne e giovani fuori dal mercato del lavoro.

I neet al mezzogiorno

Nascite bloccate, che preannunciano uno «tsunami demografico».

Il Sud sarà interessato nei prossimi anni – avverte il rapporto – da uno stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, a fronte di una crescita di 4,6 milioni nel Centro-Nord».

 nascite

Il risultato è la povertà: dal 2011 al 2014 le famiglie assolutamente povere sono aumentate in Italia del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord.

Quasi il 62% dei meridionali guadagna meno di 12mila euro annui, contro il 28,5% del Centro-Nord.

Cresce il divario dei disoccupati con il nord.

Occupati al Sud e al nord

Ecco il link per scaricare la sintesi del rapporto.

Ecco le slides presentate durante la conferenza stampa dello Svimez.

TUTTI I NUMERI DELL’ECONOMIA PUGLIESE. Scarica il rapporto 2015 pubblicato dalla Banca d’Italia (125 pagine)

banca d'italia

Nel 2014 è proseguita la contrazione dell’attività economica in Puglia, sebbene a ritmi meno marcati rispetto al 2013.

Secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia presso le imprese regionali, nel 2014 la caduta dell’attività industriale si sarebbe interrotta, grazie alla crescita registrata tra le imprese più grandi e quelle con un grado elevato di apertura verso l’estero.

Gli investimenti, dopo cinque anni di riduzione, hanno sostanzialmente ristagnato; tuttavia ancora un’impresa su tre non ne ha realizzato alcuno nel corso del 2014.

In base alle previsioni delle imprese, l’aumento della domanda e la progressiva distensione delle condizioni di offerta del credito dovrebbero favorire, nel 2015, la crescita del fatturato e degli investimenti.

La dinamica delle esportazioni è stata debole.

La crescita complessiva registrata nel 2014 rispetto a un anno prima riflette valori particolarmente bassi del primo semestre del 2013.

Per scaricare il report della Banca d’Italia, clicca QUI