L’Associazione Bruno Trentin (ABT), l’istituto di ricerca Tecnè e il Centro Europa Ricerche (CER) hanno pubblicato una ricerca sul valore dell’”economia non osservata” sommersa, informale, illegale.
Tre gli obiettivi, spiegano i promotori dello studio, che si sono voluti raggiungere: il primo è stato quello di studiare il fenomeno dell’economia non osservata, ossia di quell’economia sottratta alla contabilità nazionale e conseguentemente al sistema fiscale, cercando di quantificarne le dimensioni e la sottostante rete di affluenti.
Il secondo obiettivo è stato quello di misurare la percezione del fenomeno e rilevare le opinioni dei cittadini sui sistemi di contrasto più efficaci, non soltanto in chiave repressiva ma anche preventiva.
Il terzo obiettivo, infine, è stato quello, sulla base dei dati di contabilità nazionale, di stimare un maggior gettito da impegnare sulla base di 2 criteri: equità e stimoli alla crescita.
Lo studio dimostra come l’economia ‘non osservata’ nel nostro Paese, in un anno, raggiunge in totale tra i 250 e i 290 miliardi di euro.
Di questi, 180-210 miliardi riguardano l’economia sommersa ed informale (con un mancato gettito tra 85 e 100 miliardi) e 70-80 miliardi l’economia illegale.
Sulla base di questi dati l’evasione totale è valutabile in 93 miliardi, con un mancato gettito di 55 miliardi di euro dei quali 14 miliardi possono essere recuperati rendendo più efficienti le norme attualmente in essere e implementando le misure di contrasto già esistenti nella lotta all’evasione, ma che devono ancora essere totalmente attivate.