Unioncamere e Fondazione Symbola hanno pubblicato oggi GreenItaly 2014.
Questo rapporto annuale da 5 anni ricostruisce la forza e racconta le eccellenze della green economy nazionale.
Più di un’impresa su cinque dall’inizio della crisi ha scommesso su innovazione, ricerca, conoscenza, qualità e bellezza, sulla green economy.
Sono infatti 341.500 le aziende italiane che dal 2008 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2.
Un orientamento che si rivela strategico, tanto che proprio alla nostra green economy si devono 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell’economia nazionale.
Il 78% dei consumatori è disposto a spendere di più per prodotti e servizi eco-sostenibili.
LA GREEN ECONOMY PRODUCE ANCHE LAVORO.
Già oggi in Italia ci sono 3 milioni di green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’.
Dalle realtà della green Italy arriveranno quest’anno 234 mila assunzioni legate a competenze green: ben il 61% della domanda di lavoro.
Con i green jobs che diventano protagonisti dell’innovazione e determinano addirittura il 70% di tutte le assunzioni destinate alle attività di ricerca e sviluppo delle nostre aziende.
Quindi la green economy sta contribuendo in modo determinante a rilanciare la competitività del made in Italy.
Per questo, nonostante le difficoltà, dall’inizio della crisi più di un’azienda su cinque ha scommesso sul green.
Una propensione che abbraccia tutti i settori della nostra economia – da quelli più tradizionali a quelli high tech, dall’agroalimentare all’edilizia, dalla manifattura alla chimica, dall’energia ai rifiuti – e che sale nettamente nel manifatturiero, comparto in cui quasi un’impresa su tre punta sull’economia verde.
Una scelta che paga: nella manifattura il 25,8% delle imprese eco-investitrici ha visto crescere il proprio fatturato nel 2013, mentre tra le non investitrici è successo solo per il 17,5% dei casi.
Le imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti sono anche più forti all’estero: il 44% esporta stabilmente, contro il 24% di quelle che non investono.
Green economy significa anche innovazione: lo scorso anno il 30% delle aziende che puntano sul verde ha sviluppato nuovi prodotti o nuovi servizi, contro il 15% di quelle che non hanno imboccato la via della green economy.
Innovazione, export e maggiore redditività si traducono anche in occupazione e maggiori assunzioni.
Ad oggi nell’intera economia italiana sono presenti quasi 3 milioni di green jobs, che corrispondono al 13,3% del totale nazionale.
Il ‘fattore green’ è determinante anche nello stimolare nuove assunzioni, il 26,6% delle imprese eco-investitrici prevedono di assumere nel 2014 contro il 12,1% delle non investitrici.
La green economy appare inoltre una scommessa ragionevole anche per le nuove imprese.
Nel primo semestre del 2014 si contano quasi 33.500 start-up green che hanno investito in prodotti e tecnologie verdi già nei primi mesi di vita o prevedono di farlo nei prossimi 12 mesi: ben il 37,1% del totale di tutte le aziende nate nei primi sei mesi di quest’anno.
Grazie anche alle realtà che puntano sull’efficienza, l’Italia vanta importanti primati sul fronte dell’ambiente a livello europeo.
La green economy è stato uno dei driver di questa evoluzione, permettendo a molte imprese del nostro made in Italy di tornare ad essere competitive e di riposizionarsi su nicchie ad alto valore aggiunto e di competere efficacemente con i paesi emergenti.
Per il 74% dell’opinione pubblica, la green economy è un reale nuovo modo di fare impresa, economia e società.
Se vogliamo rilanciare il sistema Paese è da qui che dobbiamo ripartire.
Da questa green Italy che rappresenta una delle punte più avanzate del Paese. Un’Italia innovativa, competitiva e sostenibile da incoraggiare.
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