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I CONSUMI DEGLI ITALIANI NELL’ERA DEL COVID. Scarica il nuovo report pubblicato da Coop Italia

01 - copertina

rino okRino Scoppio 

 

Coop Italia ha pubblicato l’edizione 2020 del Rapporto sui Consumi degli italiani.

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La pandemia Covid 19 ha modificato in maniera rilevante i nostri comportamenti di acquisto.

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Il virus ha invaso e alterato le nostre vite generando un contraccolpo economico violentissimo e delineando al tempo stesso una traiettoria incerta e sospesa di futuro.

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Solo nel 2023 (per i più pessimisti nel 2025) il nostro Paese ritornerà ai livelli precedenti la pandemia, peraltro a loro volta lontani dagli standard antecedenti l’ultima grande recessione. 

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E se molti contano sul vaccino come spartiacque per la ripresa tanto da attribuirgli una sorta di valenza salvifica, fanno  riflettere quegli 8 milioni di italiani che dichiarano di non volersi vaccinare e comunque di voler attenderne gli esiti

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Gli italiani  si rivelano essere ancora oggi i più pessimisti d’Europa.

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Il 38% pensa di dover far fronte nel 2021 a seri problemi economici e tra questi il 60% teme di dover  intaccare i propri risparmi o di essere costretto a chiedere un aiuto economico a Governo, amici/parenti e banche.  

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peggio ok

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A farne le spese sono soprattutto le classi più fragili, i giovani, le donne.

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Cina e Russia diventeranno le nuove superpotenze mondiali.

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02- crescita cina

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E’ l’Italia dello smartworking (+770% rispetto a un anno fa),

della spesa on line (+132%), 

della digitalizzazione a tappe forzate non solo nella sfera privata ma finalmente anche nelle attività professionali (lavoro appunto ma anche didattica, servizi, sanità).

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Ma è anche un paese che si richiude nella comfort zone della propria casa.

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Il risultato finale è la sensazione di vivere sospesi in una bolla digitale che crea cluster chiusi e autoreferenziali, la bolla della vita affettiva che si autodelimita (pur generando soddisfazione), gli spostamenti che diventano di corto raggio e la comfort zone della casa che rassicura.

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Tra le mura domestiche piuttosto che altrove:

 ci si nutre (41% prevede di ridurre la spesa prevista nel prossimo anno alla voce ristoranti),

 

ci si diverte (44% la quota di chi nel 2021 ridurrà la spesa per intrattenimenti vari fuori casa),

 

si incontrano amici e familiari (o a casa propria o a casa loro).

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E se dovessero mancare affetti ci si adopera per riempire il vuoto: 3,5 milioni di italiani durante il lockdown o subito dopo hanno acquistato un animale da compagnia e 4.3 milioni pensano di farlo prossimamente.

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Da ultimo, l’elemento forse più insidioso è il restare prigionieri di bolle sociali e informative chiuse ed autoreferenziali, terreno fertile per l’informazione di parte e la proliferazione delle fake news.

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07 rimango in casa

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Possiamo rinascere comunque grazie ai nostri storici punti di forza.

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03 - punti di forza per l ripartenza

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Nel 2021 rischiamo però di perdere 30.000 nascite scendendo così sotto la soglia psicologica dei 400.000 nati in un anno e anticipando di quasi un decennio il ritmo della denatalità. 

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A rinunciare all’idea pianificata di avere un figlio a causa dell’emergenza sanitaria è il 36% dei nostri giovani (18/34 anni) a fronte ad esempio di un 17% dei francesi e addirittura di un 14% dei tedeschi.

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Non è la sola rinuncia importante: matrimoni, trasferimenti, acquisti di case e aperture di nuove attività figurano tra i progetti rinviati o cancellati e queste scelte di vita mancate hanno coinvolto in totale l’84% di italiani.  

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014 - le rinunce degli italiani

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Le disuguaglianze economiche viaggiano poi di pari passo con i disagi psichici e sociali a svantaggio delle fasce deboli.

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I ragazzi iperconnessi per i quali è maggiore il rischio hikikomori salgono nei primi sei mesi dell’anno di un +250% fino a toccare quota 1 milione, +119% le chiamate al numero antiviolenza di genere da marzo a giugno.

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04 - hikimori

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La casa come salvagente a cui tenersi stretti fa il paio con un’altra costante che distingue ancora nel postcovid gli italiani dai cugini europei: il cibo.  

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Alla spesa alimentare, pur nell’emergenza e in una evidente contrazione generalizzata degli acquisti, gli italiani non rinunciano.

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09 - non voglio risparmiare sul cibo

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Guardando dentro al carrello si nota una straordinaria inversione di tendenza rispetto alla fotografia scattata appena un anno fa dal Rapporto Coop2019.

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Allora era fuga dai fornelli, un fenomeno che in realtà continuava in progressione costante tanto da dimezzare in 20 anni il tempo passato a cucinare ogni giorno ridotto allora a appena 37 minuti.

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Complice il lockdown invece gli italiani hanno rimesso le mani in pasta e anche nel postcovid il cook@home è una costante che spiega la forte crescita nelle vendite degli ingredienti base (+28.5% in GDO su base annua) a fronte della contrazione dei piatti pronti (-2,2%).

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Supportati o meno da aiuti tecnologici (la vendita dei robot da cucina ha fatto registrare a giugno +111% rispetto all’anno prima), il 30% dedicherà ancora più tempo alla preparazione del cibo e il 33% sperimenterà di più.

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1 su 3 lo farà per “mangiare cose salutari”, ma c’è anche un 16% che lo ritiene un modo per mettersi al riparo da possibili occasioni di contagio.

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La preparazione domestica dei cibi è probabilmente anche la nuova strategia degli italiani per non rinunciare alla qualità e contemporaneamente alleggerire il proprio budget familiare. 

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010 - italiani in pasta

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Guardando i carrelli sempre nell’estate riacquista forza il gourmet (+16.9%), l’etnico (+15,4%) e il vegan (+6,9%).

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Dopo il boom del lockdown non accenna a diminuire nemmeno la corsa all’efood.

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A fianco dell’ecommerce puro però gli italiani sembrano voler scegliere soluzioni miste; il click&collect ad esempio passa dal 7.2% delle vendite on line del 2019 al 15,6% nella fase successiva alla pandemia.

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E c’è anche chi (è il 42%) ritiene comunque importante il consiglio del negoziante/addetto al banco a riprova che la parola chiave sembra essere sempre più la multicanalità.

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A costituire un deterrente è il caro prezzo dell’online: +25% rispetto al carrello fisico (marzo-giugno 2020) tale da far sì che la spesa digitale sia un’abitudine diffusa tra le famiglie con redditi medio alti.

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E tra le costanti che il Covid non ha spazzato via riemerge con forza l’attenzione prestata dagli italiani ai temi della sostenibilità.

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Il 27% degli abitanti del Bel Paese acquista prodotti sostenibili/ecofriendly di più rispetto a prima del Covid.

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Per scaricare il report di Coop Italia, clicca QUI

 


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